SASSARI. «Sei un angelo senza le ali. Quando senti frasi del genere non importa se alla fine del mese arriva lo stipendio. Quello che importa è tornare a casa sapendo di avere aiutato qualcuno. Da quando faccio il volontario alla Casa della Fraterna Solidarietà mi sento finalmente utile». Luigi è uno studente che frequenta i corsi serali delle scuole superiori Industriali. Dopo avere passato qualche ora sui libri, trascorre parte della sua mattinata tra le stanze del casolare di Corso Regina Margherita. Insieme ad altri giovani prepara i sacchetti da distribuire alle persone in difficoltà, butta la spazzatura e raccoglie le cassette degli alimenti.
«Ci siamo avvicinati alla Onlus per pura curiosità. Mentre andavamo al mare - ricorda Gianluca - abbiamo notato una fila lunghissima. Immediatamente ci siamo resi conto di quello che accadeva edopo qualche mese abbiamo bussato alla porta del centro gestito da Aldo Meloni. All'inizio eravamo in quattro, ora siamo venticinque». I ragazzi che frequentano la Casa della Fraterna Solidarietà aumentano di settimana in settimana. Ognuno di loro è qui per dare un senso alle proprie giornate. Come stipendio ricevono un sorriso, nulla di più. Eppure, da quando hanno scoperto questo micro cosmo, si sentono molto più ricchi. «Ho iniziato a fare volontariato grazie al consiglio di un'amica - afferma Gabriele. Ogni volta che c'è bisogno del mio aiuto, il presidente mi chiama e io cerco di ripagare la fiducia. Faccio di tutto, dalla raccolta dei vestiti alla distribuzione dei sacchetti. In cambio non chiedo nulla: cercho solo di aiutare il prossimo».
Tra una chiacchiera e l'altra i ragazzi scherzano tra loro con la leggerezza tipica dei ventenni. Si prendono in giro, si danno pacche sulle spalle e ridono per ogni cosa. Forse non si rendono conto di quanto sia importante quello che fanno ogni mattina: sacrificare parte della giornata per aiutare gli altri. E va bene così perchè, probabilmente, la chiave di questo impegno risiede proprio in questa spensieratezza.